La chimera degli investimenti HD
comunicato 206 del 1 ottobre 2014
La recente decisione di spostare a Roma il mezzo HD di Milano, per seguire la produzione Iapino-Carrà, evidenzia, se mai ce ne fosse stato bisogno, la reale situazione sui mancati investimenti HD nell’ambito delle Riprese Esterne.
La situazione è grave e anno dopo anno sta peggiorando. A livello nazionale, dei 18 pullman pluricamere delle REP solo 4 sono HD e di questi il più recente risale al 2010, dei 12 pullman pluricamere satellitari, in dotazione al Nucleo Collegamenti Mobili, solo 2 sono in HD grazie alla gentile concessione dei CPTV di Torino e Milano, che hanno messo a disposizione delle telecamere in HD assegnate alle Riprese Interne.
La situazione non è migliore negli studi dei palazzi istituzionali, nessuno è in HD e addirittura quello di Palazzo Chigi è ancora in analogico, alla faccia del servizio pubblico.
Basterebbe un mero controllo del numero di trasmissioni effettuate l’anno scorso dai pullman per intuire, senza nemmeno l’uso del pallottoliere, il vantaggio di un investimento nella digitalizzazione delle Riprese Esterne.
Questi sono i numeri e nessuno può contestarli.
Che la situazione sia ad un livello paradossale è lampante a tutti e non ci si può affidare ad un balletto dei mezzi tra una produzione e l’altra (come i carri del ventennio) visto che ormai tutte le produzioni richiedono una ripresa in HD… e come dargli torto.
Il core business della Rai era: Ideazione, Produzione e Trasmissione di contenuti televisivi. Oggi compriamo quasi la totalità dei format all’esterno, non possiamo quasi più produrre, autoescludendoci dal mercato HD, ed anche dal lato della “trasmissione” stiamo dismettendo assets strategici. Demandare il core business all’esterno, per un’azienda, vuol dire chiudere (troverete ulteriori riferimenti su qualsiasi testo universitario). Quindi la domanda è: come immaginate la Nuova TV di Stato? Sulle tavolette d’argilla?
Quindi, a tutela della professionalità e del futuro della RAI e delle Riprese Esterne, l’Associazione ARE, in mancanza di investimenti e di un palese cambio di strategia, metterà in campo tutte quelle forme di protesta che la legge consente.
Cordiali saluti