Il futuro già vecchio
Comunicato n°221 del 12 gennaio 2017
Agli inizi di settembre, il nostro Direttore Generale dichiarò alla stampa di non esser riuscito a far di più nel suo primo anno di Rai “…per colpa della burocrazia…” e citò il caso della gara d’appalto per l’acquisto delle telecamere durata più di un anno (T.A.R. permettendo vista la pendenza del ricorso) aggiungendo che questa lentezza è inammissibile “…in un mondo in cui gli standard cambiano ogni due anni… “.
Ma adesso chi glielo dice che lo standard acquistato è già vecchio ?
Chi può riferirGLI che questa idea d’acquisto è partita nel 2013 ed ancora non si vede neanche l’ombra di una telecamera? Leggiamo con fiducia la nuova gara per le ottiche HD ma il timore è che anche queste verranno consegnate in tempi biblici. Dunque aver terminato la gara per le telecamere e iniziato la nuova per le ottiche non significa aver smesso di ricorrere agli appalti per le riprese televisive, che ormai tutto il mondo pretende di vedere in HD.
Scandaloso ed umiliante, a nostro modesto giudizio, il ricorso ad un appalto esterno per le riprese in HD dell’Orchestra RAI dentro l’Auditorium RAI a 100 metri dal CPTV di Torino lo scorso ottobre, quindi perché non consigliarGLI di evitare di rilanciare dichiarando di voler aprire addirittura dei canali nel futuro standard, la UltraHD, mentre attualmente siamo fermi ad una tecnologia ormai di quasi 10 anni fà ?
Si narra anche il tentativo di un dirigente di Roma nel cercare una nuova strada per aggiornare l’azienda ammortizzando anche i costi della trasformazione in poco tempo; voleva convertire due Obvan esistenti al sistema HD per poi inviarli, poiché esisteva una richiesta della televisione cinese, a lavorare per le Olimpiadi di Pechino del 2008.
Il progetto naufragò, così si racconta, per la lentezza della burocrazia, anche perché in azienda non esiste un progetto di business rivolto all’esterno (un esempio sono le nuove riprese in movimento in HD che tutti in Europa hanno apprezzato per qualità).
Dieci anni, 6 Direttori Generali e sentiamo parlare ancora di burocrazia che lega le mani all’azienda!
Speriamo che l’annunciato ricorso della RAI verso la Corte dei Conti contro la decisione dell’ISTAT di includerla all’interno del settore pubblico, sia il primo passo per il superamento dell’obbligo delle regole d’acquisto integrate nella P.A., che per metodologie e tempi risultano essere incompatibili al corretto aggiornamento tecnologico di un’azienda che è in continua concorrenza con altre aziende private, e non invero un sotterfugio per il superamento del tetto degli stipendi per i dirigenti.
Allo stato attuale dobbiamo solo rilevare ed informare che dopo le Olimpiadi di Rio di quest’anno molte società di produzione hanno venduto sul luogo gli Obvan Hd usati per l’evento perché passeranno al nuovo standard Ultrahd.
Noi non sappiamo se esistono regole stringenti per l’acquisto di materiale usato, sappiamo però che nel “mondo” ed indipendentemente da tutto è in corso una trasformazione verso l’UtraHd e che non ha senso allestire Obvan HD nuovi alla fine del 2017 (forse). Non è meglio tamponare l’emergenza acquistando un “usato” Hd e concentrare più risorse sul nuovo Ultrahd?
Il compito di inventarsi una strada per riuscire a realizzare un percorso simile è compito di tutta la dirigenza Rai. Noi sappiamo che è possibile così come è stato possibile per la sede di Napoli, a cui và tutto il nostro plauso incondizionato, trasformare un pullman Sd in uno Hd con una minima spesa portando subito una riduzione del numero di appalti utilizzati. A noi piacerebbe constatare che la Rai possa rimanere competitiva nonostante la politica, prima ancora che arrivi un DG e decida di venderla a pezzi, oppure farla divenire Media Company oppure creare divisioni, oppure vietare la vendita di diritti a Sky.
Perché tutto questo immobilismo e soprattutto cosa vogliamo fare adesso?
Cordiali saluti
Il Direttivo dell’ARE