Split Payment
comunicato n°225 del 2 ottobre 2017
In Italia ci sono ogni anno nuove leggi o decreti che cambiano le attività fiscali delle aziende, per far fronte all’enorme evasione fiscale e solito buco di bilancio dello stato. Da qui il decreto legge 50/2017 rende operativo il cosiddetto SPLIT PAYMENT o scissione dei pagamenti per le Pubbliche Amministrazioni.
Ovviamente la nostra azienda si deve allineare alla nuova legge richiedendo ai propri fornitori che emettono fattura di inserire le nuove indicazioni.
Fin qui tutto semplice e abbastanza scontato, ma poi arriva la mail a tutti i dipendenti che stranamente ti aspetti, e nel nostro caso riguarda le fatture delle trasferte per servizio che riassumiamo brevemente in alcuni passaggi per noi fondamentali:
- “Le fatture per beni e servizi pagati direttamente dai dipendenti, oltre ad indicare imponibile, aliquota iva, imposta e totale fattura, dovranno contenere obbligatoriamente la dicitura split Payment o scissione dei pagamenti”
- “Le fatture emesse dopo il 1 luglio non Split Payment saranno soggette a penale se d’importo superiore a 33 euro
- “Nei primi tre mesi di applicazione (e pertanto fino al 30 settembre incluso riferito alla data di emissione della fattura)….nei limitati ed eccezionali casi in cui il dipendente – pur adottando le cautele previste – non abbia potuto ottenere giustificativo conforme alla normativa, la direzione scrivente (in questo caso il RUO), valutate le circostanze, potrà predisporre lo storno della penale prevista.
Tutto questo da una circolare firmata dal dott. Paolo Galletti in data 28 giugno 2017. Ora in Rai basta una mail per risolvere la situazione.
Come al solito a nessuno in Azienda ha considerato l’enorme impatto negativo che tutto questo avrà sulla normale attività lavorativa ed extra-lavorativa del dipendente, eppure bastava leggere la circolare dell’agenzia delle entrate n.1E del 09/02/2015 che recita “La scissione dei pagamenti riguarda le operazioni documentate mediante fattura emessa dai fornitori, ai sensi dell’art. 21 del DPR n. 633 del 1972. Devono, pertanto, ritenersi escluse dal predetto meccanismo le operazioni (ad es, piccole spese dell’ente pubblico) certificate dal fornitore mediante il rilascio della ricevuta fiscale di cui all’art. 8 della legge 10 maggio 1976, n. 249, o dello scontrino fiscale di cui alla legge 26 gennaio 1983, n. 18, e successive modificazioni (cfr. art. 12, comma 1, della L. n. 413 del 1991) ovvero non fiscale per i soggetti che si avvalgono della trasmissione telematica dei corrispettivi ai sensi dell’art. 1, commi 429 e ss. della legge 30 dicembre 2004, n. 311, ovvero altre modalità semplificate di certificazione specificatamente previste.”
L’obbligo di presentazione della fattura per i pasti e le piccole spese di produzione è una richiesta esclusivamente dell’Azienda Rai nessuno ha obbligato la Rai ed esigerla ma come sappiamo in azienda si è ben pensato di recuperare l’iva anche dalle piccole spese, fregandosene dell’impatto sul lavoratore.
Il 1 ottobre è scaduto il periodo transitivo e quindi ci ritroveremo a discutere con dei ristoratori o commercianti al dettaglio che di split payment non ne hanno mai sentito parlare e che di sicuro non cominceranno con la Rai, per gli Hotel siamo più ottimisti e riteniamo non ci saranno particolari problemi.
Quindi chiediamo all’Azienda la modifica dei propri regolamenti interni e rinunciare allo scarico del 10% almeno sui pasti e sulle cifre irrisorie delle spese di produzione ,perché riteniamo che la ricevuta fiscale vada benissimo.
Cordiali saluti