Trasferta: le regole del fai da te
comunicato n°230 del 18 gennaio 2019
Trasferta: le regole del fai da te
La recente circolare sulla fatturazione elettronica ed i suoi riflessi sul trattamento di trasferta dà la sensazione di un’azienda presa alla sprovvista da una legge nazionale (sarebbe europea ma l’Italia vista l’alta evasione ha voluto essere prima almeno su questo) che in verità tutti conoscevano.
Come al solito qualcuno ci ha messo del suo ed ha introdotto delle nuove regole, non presenti nella legge, per complicare la vita in trasferta dei dipendenti tanto per cambiare, ma su questo si sa, la Rai è sempre avanti.
Vediamo nello specifico i punti critici da noi constatati:
- il primo riguarda indubbiamente la fatturazione elettronica degli alberghi. Considerando che per la maggior parte delle volte si tratta di hotel convenzionati, ci saremmo aspettati che, finalmente liberi del “pezzo di carta”, l’azienda si sarebbe organizzata con un pagamento centralizzato come avviene normalmente per i soli grandi eventi. Qualora nel caso in cui in cui si usufruirebbe di un hotel extra- convenzione (giusto il pagamento elettronico con carta di credito a cura del dipendente) vista la tracciabilità, ci aspetteremo l’eliminazione della solita pre-autorizzazione inserendo una quota massima, allora si che faremmo un passo positivo in avanti.
- il secondo è proprio sulla carta di credito, si da per scontato che ogni dipendente metta a disposizione la propria carta di credito per poi consegnare obbligatoriamente le proprie ricevute personali di pagamento. In caso contrario la pena è il mancato rimborso. Ci auguriamo che in questi sei mesi di “condono” l’azienda abbia il tempo di organizzarsi per fornire delle carte di credito aziendali ricaricabili a quei dipendenti che lo richiedano (a fare una convenzione con un istituto di credito qualsiasi eravamo capaci tutti), qui vige la regola minor sforzo massima resa.
- il terzo e ultimo e forse il più semplice da risolvere è l’eventuale guasto del pos o, come nei taxi, l’assenza di segnale o malfunzionamento, perchè se è vero che c’è un obbligo di avere il POS in Italia, è anche vero che il Consiglio di Stato ha escluso multe allo stesso esercente. Il povero dipendente rischia di non poter pagare con carta o app, e conseguentemente non vedersi rimborsata la spesa, ma anche su questo sicuramente l’azienda avrà previsto un qualche tipo di autocertificazione, ne siamo certi!! Infine ci chiediamo, ma crediamo che se lo domandino anche tutti gli altri lavoratori, che fine ha fatto la commissione trasferte??? Ci risultano due mesi che non viene convocata. Su una normativa così delicata e importante ci saremmo aspettati una sua chiamata, ma questa la dice lunga sulla voglia che ha l’azienda di confrontarsi con i rappresentanti dei lavoratori.