Intervista a Ferdinando Clemenzi
(SEGRETARIO NAZIONALE DELLO SNAP)
 
Collaboriamo di nuovo insieme e non tutti lo conoscono. Ve lo presento!
Nando è un gran capoccione, nel senso romano del termine, tradotto significa che è ostinalo, tenace e forse un po' dogmatico.
Nasce a Roma nel '58 e si diploma come perito elettrotecnico; ci risulta gli manchino pochi esami per laurearsi in ingegneria elettronica.
Dopo 10 anni di collocamento nello spettacolo, viene assunto in RAI con chiamata numerica, alla fine dell'87, in qualità di manovale con inquadramento in classe di retribuzione undicesima. E' inserito nelle Riprese Interne come Ausiliario di studio e attraverso i normali automatismi raggiunge nel '92 l'apice della carriera dell'Ausiliario con inquadramento in ottava classe di retribuzione.
Vista la deriva sindacale in Azienda ed in particolare nel settore Produzione, è tra promotori della nascita nel '94 dell'Associazione Professionale "A.S.A. " (Ausiliari e Specializzati Associati) e ne diviene presidente. Ha un ruolo attivo nel (coordinamento di Produzione che raggruppa tutte le Associazioni presenti, ARE compresa.
A fine '95 nasce lo SNAP, Sindacato Nazionale Autonomo della Produzione, e ne diventa il Segretario Nazionale con il contributo determinante dei Consiglieri delle Riprese Esterne. Eletto nelle RSU del CPTV di Roma con il maggior numero di preferenze a livello nazionale (oltre cento voti di preferenza), ha ricoperto la carica di presidente dell'esecutivo delle RSU.

 

Caro Nando, vuoi dirci come nasce lo Snap, cosa Si proponeva allora e cosa Si propone Oggi?

Come nasce lo sai bene, dato che hai partecipato attivamente fin dall'inizio alla realizzazione di questo progetto. Lo ricordiamo semmai ai colleghi più giovani, a quelli delle altre sedi e Centri di Produzione che ci conoscono poco.

 

… mi pare scontato

Direi che è stata la necessità di colmare la carenza sindacale nel nostro settore, l'esigenza di rappresentanza sindacale nella Produzione portò inizialmente alla nascita del "Coordinamento di Produzione" tra le Associazioni Professionali (AITC, ANTES, ARE, ASA, OIP, APIM). Si trattava però di un organismo spontaneo, non ufficialmente costituito e come tale, seppur forte e determinato, incontrava grandi difficoltà a proporsi come strumento rappresentativo del settore.tutela e
Lo SNAP rappresentò il salto di qualità da un organismo reale, ma autorganizzato, ad sindacale ufficialmente costituita.un'organizzazione
II nostro sindacato Si propose e Si propone ancor oggi (non abbiamo cambiato linea) di rappresentare istanze, i diritti, e gli interessi professionali, nonché economici, di tutte le categorie dei lavoratori della Produzione; il nome SNAP infatti ne sintetizza il concetto.le
Con l'avvento della struttura organizzativa divisionale in RAI, lo SNAP cresce e Si candida ad essere la sindacale di riferimento della Divisione Produzione TVsigla
Stiamo mettendo a punto una struttura organizzativa reale ed operativa con la realizzazione di regionali; alla fine del tesseramento saranno immediatamente eletti i Segretari Regionali nei CPTV.segreterie
 

Dopo esserti battuto tanto per entrare a far parte delle RSU ed aver ottenuto un posto nell'esecutivo dell'Assemblea, è seguito direi un breve periodo di collaborazione e poi la decisione di dimettere addirittura la sigla da quel gruppo! E' sicuramente la prima volta che accade una cosa del genere.

Nonostante le riserve per poteri delle RSU e le regole liberticide che ancora oggi le caratterizzano, lo SNAP con le proprie forze ha presentato liste a Roma e Milano raccogliendo buoni risultati (4,5%), anche se non tutti i simpatizzanti hanno avuto la possibilità di votare. A malincuore abbiamo registrato la defezione opportunista di qualche Associazione Professionale della Produzione che non si è schierata dalla nostra parte e che ha pagato a caro prezzo questo avventurismo.

 

ce l'hai con me:? guarda che abbiamo fatto una proficua esperienza!

No, non mi riferivo all'ARE
... A fine 98 abbiamo ritirato la nostra delegazione dalle RSU di Roma, in quanto queste sono affette da un'egemonia interna che si manifesta in una politica sindacale povera, poco incisiva, inconcludente, sterile ed evanescente.
Le RSU del CPTV di Roma, ad un anno dall'insediamento non hanno un regolamento interno, non hanno una sede propria, procedono lentamente. Le Commissioni da fare non sono mai partite, non si è in grado di dare informazione rapida e capillare ed abbiamo assistito all'esautorazione di lavoratori eletti da parte di altri colleghi.
La possibilità di dare vita al Coordinamento Nazionale delle RSU RAI, di essere presenti nella contrattazione nazionale, è stata intenzionalmente stroncata sul nascere e quindi non potevamo che prendere le distanze da tale organismo, per tornare a essere sindacato dei lavoratori tra i lavoratori.
 

Onestamente, che cosa ti aspettavi da questo gesto?

Il ritiro della nostra delegazione così motivata doveva quanto meno aprire un dibattito, all'interno delle RSU e tra i delegati, per respingere le nostre accuse; invece c'è stato un silenzio quasi assoluto ma significativo; lo SNATER ha tentato maldestramente di screditare la nostra scelta ma è stato subito zittito senza fatica.
Accogliamo con interesse la scelta del cartello dell'autonomia di "sospendere" i propri eletti dalle RSU, e di dissociarsi da queste.
Siete stati i soli a recepire le nostre denunce, gli altri colleghi eseguono ordini di scuderia. E' ovvio che chi resta ancora nelle RSU avalla decisioni e attività che non può modificare e Si assume una pesante responsabilità.
Con il nostro gesto ci siamo ripresi l'autonomia dell'iniziativa sindacale, speravamo di scuotere il "sistema" RSU ed invece questo ha mostrato scarsa sensibilità e ciò è indicativo del suo spessore e dei suoi limiti.
 

Che cos'è ad impedire, in ambito CP/TV, limitiamoci a questa realtà che conosci bene....... Ad impedire una costruttiva collaborazione tra tutte le organizzazioni sindacali.

Tutti noi avevamo la sensazione che nel CPTV Sindacati "ufficiali" Si fossero estinti. In realtà ci siamo accorti che lavoravano sottobanco indisturbati, senza dovere rendere conto a nessuno del loro operato; firmavano accordi con la Direzione Aziendale senza renderli pubblici. Abbiamo chiesto che ogni accordo siglato in passato diventasse patrimonio delle RSU, ci sono state invece resistenze pretestuose nate dalla malafede e dalla paura di subire processi, attacchi.
Nelle 00.SS. storiche non c'è un ricambio generazionale e la trattativa e la contrattazione tra vecchi "amici" assume la forma di farsa; rinunciare a certe posizioni di rendita non è semplice.
Inoltre è difficile collaborare costruttivamente con chi, avendo incarichi sia locali che nazionali, non ha nessun interesse a far crescere il ruolo delle RSU nel contesto aziendale. Nelle RSU del CPTV di Roma prevale la diffidenza verso i nuovi soggetti sindacali in quanto questi non Si prestano a mantenere la continuità con il passato.

 

E' già passato un po' di tempo dalle dimissioni della sigla, col senno di poi lo rifaresti?

In realtà ci rimproveriamo di non averlo fatto prima, appena maturata la convinzione dei limiti di queste RSU.
Abbiamo temporeggiato nella speranza di un cambiamento, ma delusi abbiamo dichiarato conclusa la nostra esperienza all'interno delle RSU ritirando la nostra delegazione.
Una decisione sofferta ma necessaria per ricominciare in autonomia a lavorare in difesa e negli interessi dei colleghi della Produzione.

 

Per motivi, direi giovanili, arriviamo solo ora ad una nuova concreta collaborazione, Snap ed Are rappresentano buona parte della Divisione Produzione, come la vedi?

L'ARE ha contribuito, con suoi uomini, a far nascere lo SNAP, e come tutte le altre Associazioni professionali aveva ed ha sul terreno professionale la piena autonomia di analisi e di intervento. Difatti in passato abbiamo condotto insieme delle battaglie, e come SNAP abbiamo sostenuto le rivendicazioni dei colleghi delle esterne.
L'azienda è riuscita a spezzare tale solidarietà, e ci siamo allontanati.
L'ARE anche nelle elezioni del le RSU ha fatto delle scelte che non abbiamo condiviso, ma ci siamo trovati a condividere nelle RSU metodi e approcci ai problemi; in passato non abbiamo mai avuto aspri contrasti, ci siamo allontanati senza strascichi e/o polemiche.
Lo SNAP, ci piace sottolinearlo, non è cambiato; è stato coerente alle proprie idee e convinzioni a costo di pagare prezzi salati. Non abbiamo rincorso nessuno perché crediamo che ognuno debba fare le proprie esperienze e sulla base di queste progettare nel futuro.
Oggi siamo tutti più maturi, possiamo puntare su una nuova collaborazione per non disperdere energie ed evitare inutili sovrapposizioni di intervento. Del resto non siamo mai stati in diretta competizione, il nostro comune interesse è quello di tutelare i colleghi della Divisione Produzione; ed allora non si può che essere ottimisti per una fattiva collaborazione, anche se, rimarchiamo la nostra matrice sindacale.

 

Caro Nando, scopro ogni giorno di più quanto sia difficile rimanere Associazione. Sembra che nessuno si rendo conto che per diventare sindacato bastano 800.000 lire ed un pomeriggio dal notaio. Volevamo essere di stimolo e ci consideriamo dei benemeriti per la volontà comune di rimanere Associazione e quindi indipendenti rispetto a tutti.

... Guarda che non bastano le 800.000 mila lire ed il pomeriggio dal notaio per fare un sindacato

 

Toccato... L'Are collabora da tempo con altre organizzazioni, tu pensi che questa collaborazione con il Libersind e I 'UGL possa essere d 'ostacolo?

Quando le collaborazioni tra Organismi diversi sono finalizzate alla difesa dei diritti e degli interessi dei lavoratori, non si può che esserne contenti. Noi abbiamo firmato comunicati congiunti sia con l'UGL che con lo SLAI COBAS; quando è possibile dare risposte comuni ai problemi non ci sono ostacoli.
Del resto dobbiamo fare, almeno al nostro livello, Sindacato e non politica, non dimentichiamolo. Crediamo però che l'ARE, come le altre associazioni, dovrebbe limitare il suo raggio di azione alle questioni professionali e ritornare ad alimentare il progetto SNAP, attuale più che mai.

 

Ci dici, per concludere, se vedi qualcosa e cosa vedi in prospettiva?

Come tutti vedo un'azienda che cambia completamente forma organizzativa, mentalità; siamo nella fase transitoria di trasformazione e non si può tornare indietro
Il rischio che l'esito di un tale vasto e profondo cambiamento non sia positivo c'è tutto; la posta in gioco è enorme e non crediamo che tutti i soggetti attivi coinvolti siano all'altezza della situazione o che lavorino esclusivamente per il bene della RAI.
La nostra è una divisione industriale e come tale non farebbe parte del "core business".
In questa situazione, i colleghi delle altre divisioni diventano i nostri clienti committenti; Si improvvisano imprenditori con le risorse economiche pubbliche, e se non sono "soddisfatti" possono esternalizzare le commesse...
Si fa strada una concezione meramente ragioneristico-contabile che ignora volutamente il ruolo di concessionaria di servizio pubblico attribuito alla RAI.
Invece, oltre ai conti bisogna puntare sui contenuti e sulla qualità, solo in questa maniera Si rende un servizio alla nazione e Si è realmente competitivi.
La RAI deve diventare punto di riferimento del sistema in cui è posizionata e non deve adeguarsi ai modelli televisivi, non solo culturalmente poveri, ma realizzati in condizione che potremmo definire di concorrenza sleale.
Sinteticamente questo è lo scenario in cui siamo immersi; il nostro compito è quello di rafforzare ed estendere il nostro intervento sindacale a tutti livelli, nel duplice intento di difendere la natura del servizio pubblico e di tutelare i diritti dei colleghi.
E' luogo comune che la nostra Divisione è quella che corre maggiori pericoli; questo ci deve stimolare a formulare una risposta unitaria, a tentare di ricompattare le forze disgregate presenti all'interno della Produzione. Senza peccare di presunzione, crediamo che lo SNAP, con il contributo di tutti colleghi della Divisione Produzione, sia in grado di assolvere tale compito.

a cura di Francesco Pompeo